La lavorazione del cioccolato, in particolare quando utilizzato in prodotti stampati e ricoperti, è fortemente influenzata dalle particolari caratteristiche di cristallizzazione del burro di cacao. Lo scopo del temperaggio o precristallizzazione è quello di selezionare icristalli â (Beta) di burro di cacao, ovvero quelli nella forma stabile, cosicché il cioccolato possa mantenere nel tempo una perfetta struttura, brillantezza e spacco. Al contrario, un cioccolato “fuori tempera” (per effetto di un non corretto temperaggio, ma anche in seguito a sbalzi di temperatura) si estrarrà con difficolta dagli stampi, si presenterà opaco, con affioramento in superficie di burro di cacao (fat bloom), struttura sabbiosa o inconsistente o scarsa capacità di sciogliersi in bocca, rapido degrado organolettico nel tempo. Il processo di temperaggio si può suddividere in 3 fasi:
- Fusione
Per una perfetta fusione di tutti i cristalli, portare il cioccolato alla temperatura di 45°- 50°C e scioglierlo totalmente, per renderlo perfettamente fluido, senza lasciare grumi. Per questa operazione si possono usare scioglitori, stufe e forni a microonde; in quest’ultimo caso si consiglia di procedere per gradi e mescolare continuamente onde evitare di bruciare il prodotto.
- Raffreddamento
Raffreddare indicativamente a 26°/27° C il cioccolato bianco, a 27°/28° C il cioccolato al latte e a 28°/29°C il cioccolato fondente, in modo omogeneo. Molti dei cristalli che si vengono a formare in questa fase appartengono alle tipologie instabili; per distribuire uniformemente i cristalli â(Beta) di burro di cacao, mescolare continuamente la massa di cioccolato.
- Riscaldamento
Riscaldare nuovamente la massa del cioccolato precristallizzato a 28-29° C per il cioccolato bianco, 29°/30° C per il cioccolato al latte e 31°/32° C per il cioccolato fondente). Si selezionano così solo i cristalli â (Beta) di burro di cacao, stabili. Si può quindi procedere alla lavorazione e all’utilizzo del cioccolato. Una volta temperato, raffreddandosi il cioccolato tende a cristallizzarsi. Per non dover rifare il processo, è necessario tenere la temperatura sempre all’interno di stabilità del cristallo â (Beta) (27°-34°C) e il più vicino possibili a quella di servizio per un’ottima lavorabilità.